mercoledì 8 ottobre 2014

I sassi e l'art. 18.

Da  un po' non pubblico le foto dei nuovi sassi di nonna Carterpillar, non ho più tempo, sono troppo impegnata a leggere le più sciocche riviste di moda e gossip di tutto il mondo che perdo di vista le cose importanti.
Per me i sassi sono importanti, sono rigorosi ed i sassi di mia mamma sono una garanzia per il mio giardino, non li butterei mai via. Li accomuno all'art. 18 che qualcuno vorrebbe masticare, revisionare e togliere se possibile.
 

L'art. 18 dello statuto dei lavoratori, dal mio modesto punto di vista, andrebbe mantenuto.

Semplicemente perché potrà essere abolito  quando il nostro bel Paese diventerà un posto dove regnerà incontrastata la meritocrazia, dove il cuneo fiscale verrà ridotto, dove le aziende non saranno strangolate dagli oneri contributivi e assicurativi, dove verrà prima di tutto fatta una riforma degli ammortizzatori sociali e dove socialmente un lavoratore disoccupato, specie se uomo, non verrà considerato un appestato.
L'art. 18 sarà necessario finché un lavoratore che perda il lavoro ne possa trovare un altro senza aspettarsi il miracolo di San Gennaro.


L'art. 18, poi, se vogliamo insistere, serve anche a garantire i lavoratori di quelle aziende che sono dotate di qualche manager (per fortuna pochissimi) che considerano che un dipendente sfigato sia peggiore di un cattivo dipendente.
Detto questo, meglio dotarsi di una buona dose di coccinelle, contro la sfiga, naturalmente.

lunedì 6 ottobre 2014

Leggerezza dell'essere

Invidio coloro che possiedono nel loro animo la leggerezza dell'essere.  Non chi sia superficiale o indifferente al mondo, alle persone e alle cose, ma solo chi ha conosciuto la leggerezza. Quella vera. Io non l'ho mai incontrata.

L'altra sera a cena con la Claudia parlavamo di una amica e del suo senso di responsabilità, quel senso che ti richiama sempre al dovere, all'ordine, a raggiungere la perfezione in casa, in famiglia, nel lavoro, nelle amicizie. Ci siamo guardate e abbiamo detto: "ammazza che palle!"

Meglio vivere per sapere chi ha vestito George e Amal, chi sia il parrucchiere di Kate o vivere ascoltando sempre la propria insostenibile coscienza?

Vi dico una cosa: io mi diverto di più, vivendo per leggere chi abbia confezionato il velo di Angelina o chi sia quella Samantha Cristoforetti che mi ha colpita per il suo entusiasmo ieri sera da Fazio.

Forse perché, in fondo, in fondo, mi annoia  dire che ho lustrato tutta casa, non ho mai saltato la scadenza di una bolletta, ho cucinato tanti manicaretti, ho vissuto per lavorare e per soffrire e soprattutto che non mi manca mai niente nel frigo.

A me manca sempre qualcosa, in ogni tempo ed in ogni attività.

Non raggiungo mai la perfezione, sono felicemente o infelicemente imperfetta.

Chissà se sia per questo, che adesso, cerco un po' di leggerezza e se possibile anche un po' di divertimento, in ogni tempo ed in ogni attività.