Nonno Archimede era insonne; evidentemente la veglia è ereditaria e wonder perlina si ritrova nel bel mezzo della notte a leggere poesie e bloggare a più non posso; mi sembra giusto, quindi, porgervi "tono aspro" che nonnetto scrisse quando come molti del suo e del nostro tempo, viveva una vita tortuosa e di affanno.
Seduto su questo duro letto,
sommi poeti del quattrocento
sto a verseggiarvi con gran rispetto,
in voi trovo il tono del dolce accento.
Io, aspro, dono grido a tempo,
mi divoro, mi consumo, mi spreco
senza concludere niente dove come l'empio,
doloroso al modo espando l'eco.
Bontà vostra dell'essere gentile,
che favellar si viene
della treccia giovanile,
ove primavera speranza al cuore affida.
Io tristo, imperioso e colmo d'ira
mi precipito, il petto mio delira
poi, pensando dico:
ebbene che io sorrida.
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