Là, sul ciglio del fosso, del lago
vi era la casetta della campagna,
sola, isolata, dormiva nel buio
senza alcuno conforto di vita.
Di buon mattino vedevo un fiore raggiante
che godeva l'aria aprica del mattino;
io la guardavo, l'ammiravo,
era l'amore venuto da lontano.
In quel lago brullo di Burano,
trovavo l'essenza della mia vita,
fiore gentile che diventava l'amore,
chiamato Maria, luce dell' esistenza mia.
4 commenti:
un nonno poeta?!? che meraviglia! adoro l'oasi di Burano, dovrebbero scolpire questa poesia su una pietra e posarla sulla riva
L'oasi è la meraviglia del Creato, pensa che mia mamma è nata e cresciuta lì per un po', poi mio nonno è stato trasferito nei consorzi di bonifica del Lazio. Ancora stiamo cercando di acquistare la casa dove abitavano ma ormai è tutta riserva del WWF percui difficilmente porteremo a casa la casetta.
bellisimo! ora capisco dove nasce a tua sensibilità e la tua vena artistica.
Baci
...meraviglia,meraviglia e meraviglia questa poesia!
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